Brand identity: come rafforzarla in 3 mosse
Per chi è addetto ai lavori, parlare di brand identity è scontato. Ma per chi non è poi così avvezzo a questo settore, può sembrare un’espressione complicata o, peggio, senza senso. Perché allora è così importante? Perché è quello che permette di consolidare nella mente degli utenti una determinata azienda.
Cos’è la brand identity
Generalmente si tende ad utilizzare questa espressione per indicare l’immagine coordinata, ovvero l’insieme degli elementi grafici che ruotano attorno ad un logo. Benché biglietti da visita, buste da lettera, aerografie sui furgoni e logo sulle maglie abbiano la loro indiscussa importanza, però, mi piace pensare che la brand identity sia più di questo.
L’espressione, infatti, identifica la percezione che una determinata immagine aziendale genera nel pubblico. In altre parole, conferisce al marchio una vera e propria identità. E proprio grazie alla percezione di questa identità i consumatori si sentiranno rassicurati da un brand, preferendolo ad altri.
Rafforzare l’immagine aziendale in 3 mosse
Rafforzare l’immagine aziendale vuol dire far sì che la presenza di un brand sia percepita anche oltre gli scaffali del supermercato, ed anche senza mostrare il logo. Come si fa? Ecco tre step che, seppure non sono l’elisir miracoloso, di certo sono essenziali:
- i colori;
- l’aspetto grafico;
- il tono della comunicazione.
I colori
Chiudete gli occhi ed immaginate un cavo di alimentazione del telefono bianco. Adesso pronunciate la prima marca di telefoni che vi viene in mente. Avete detto Apple, non è vero? Ecco un esempio di brand identity ben fatta. Sebbene adesso il mercato degli alimentatori si sia popolato di cavi di qualsiasi colore, infatti, la prima a crearne uno bianco quando tutti erano neri è stata proprio la Mela di Cupertino.
La scelta dei colori rappresenta dunque un passo importante per la propria identità aziendale. Oltre ai colori che compongono il logo, infatti, il consiglio è di individuare una palette che sia caratteristica dell’azienda. Che scegliate colori brillanti, pastello o toni del grigio, ciò che conta è che questi saranno riconoscibili anche senza la presenza del logo.
L’aspetto grafico
L’aspetto grafico viaggia in direzione parallela alla palette di colori. Si tratta di tutta una serie di accortezze come la scelta dei font utilizzati, la quantità di spazi bianchi, un certo allineamento del testo piuttosto che un altro. Esattamente come i colori, infatti, questi aspetti hanno il compito di richiamare nella mente dell’utente l’azienda stessa anche quando il logo non compare. Pensate ad esempio alle tre strisce sulle spalle delle maglie Adidas: anche se il logo non c’è, nessuno dubita sulla marca della maglia!
Il tono della comunicazione
Tempo fa giravano alcune leggende sul fatto che la Apple vietasse ai propri dipendenti negli Apple Store di utilizzare la parola “problema”. Che sia vero o meno, è un chiaro esempio per capire cosa si intende per “tono della comunicazione”. Si tratta infatti proprio del registro linguistico usato nei confronti del proprio pubblico.
La scelta del registro va fatta dopo un’analisi del target di riferimento, e deve rimanere coerente nel tempo per far sì che chi riceve il messaggio identifichi subito l’azienda.
Conclusione
La brand identity è qualcosa che va studiata dal principio, ma che si consolida nel tempo. Ecco perché questi consigli, che rappresentano un punto di partenza, sono soltanto l’inizio di un lavoro che deve protrarsi nel tempo.
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