Progettazione del logo: quattro caratteristiche di un marchio efficace
Nel costruire l’identità grafica di una nuova azienda, una delle fasi più delicate è senza dubbio la progettazione del logo. È infatti questo il momento in cui si andrà a creare quel segno che distinguerà l’azienda, gettando le basi per tutti i materiali che si realizzeranno in seguito. Ma come si valuta un buon lavoro? Come si fa a sapere se il logo che si sta progettando sarà davvero funzionale?
Ci sono ovviamente molte regole che un designer deve tenere a mente e nelle quali non ci addentreremo. Tuttavia, con questo post, vorrei darvi una sorta di mini-guida per poter valutare se si sta facendo un buon lavoro.
Quattro regole da tenere a mente durante la progettazione del logo
Quando si progetta un logo, per poter valutare se si tratta di un lavoro efficace è bene tenere a mente questi quattro punti:
- unicità
- riproducibilità
- adattabilità
- semplicità
Unicità
Il logo è un segno, ed il suo scopo è quello di rappresentare l’azienda. Esattamente come il nome, deve essere unico e riconoscibile. Un logo non è un’icona, è qualcosa di più. Lo sanno bene aziende come Nike o Apple, i cui marchi sono unici a tal punto che è impossibile non riconoscerli a prima vista.
Riproducibilità
Cosa si fa di un logo? Lo si stampa sui bigliettini da visita e sui sacchetti. Lo si ricama sulle maglie dello staff. Lo si usa all’interno del sito web e nella firma digitale dell’e-mail. Finisce nella targa dell’azienda affissa di fianco al citofono o nel timbro sulla scrivania del capo. E potrei continuare all’infinito. Ciascuno di questi usi ha, però, caratteristiche e limiti differenti. Come si può ovviare a questi limiti creando un logo che vada bene per ciascuna di queste applicazioni? Una caratteristica essenziale è che il logo deve funzionare in bianco e nero. Senza sfumature e senza scala di grigi, solo due colori: bianco e nero. Se funziona in due colori, funzionerà in qualsiasi modo venga riprodotto.
Adattabilità
Per gli stessi motivi appena visti, un logo deve potersi adattare a vari tipi di impaginazione. Deve poter coprire una superficie piò o meno quadrata ed adattarsi quando lo spazio è più largo che alto. La soluzione ideale è, in fase di progettazione del logo, costruirne uno che sia scomponibile in modo da poter “riordinare” i suoi pezzi all’occorrenza.
Semplicità
Un mio professore diceva sempre che un buon logo è quello che puoi “raccontare al telefono”. Intendeva dire che deve essere composto da pochi segni, facili da descrivere. Questo perché si tratta di un lavoro efficace quando il logo viene facilmente memorizzato. Ho già citato l’espressione “less is more” (letteralmente meno è meglio) nell’articolo sul responsive design, e questa è l’occasione per ribadirla. La semplicità è uno dei pilastri fondamentali di qualsiasi elaborato grafico.
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