Tasso di conversione: come migliorarlo con piccoli accorgimenti
Spesso ci si chiede come incrementare il flusso di visite sul proprio sito. Certamente si tratta di un’ottima domanda, ed un sito che lavora bene dovrebbe puntare ad un traffico sempre crescente. Esiste però un altro parametro che permette di migliorare le prestazioni di un sito web senza dover necessariamente aumentare gli utenti: il tasso di conversione.
Tasso di conversione: di cosa si tratta?
Il tasso di conversione (o conversion rate) indica la percentuale di utenti che esegue una determinata azione. Può trattarsi di macro conversioni o micro conversioni.
- Le macro conversioni si riferiscono alla principale azione che vorremmo che un utente effettuasse sul sito, come ad esempio l’acquisto di un prodotto dall’ecommerce.
- Le micro conversioni sono invece tutte quelle altre azioni che tendono in qualche modo ad ancorare l’utente al sito. L’iscrizione alla newsletter, la compilazione di un form di contatto o magari la semplice visita di una pagina.
Tasso di conversione: incrementarlo con la call-to-action
La call-to-action (letteralmente “chiamata all’azione”) è il bottone attraverso il quale l’utente compie l’azione che desideriamo. È il fulcro della nostra conversione. La ricetta perfetta per ottimizzarla non esiste, tuttavia abbiamo a disposizione i risultati di alcuni test A/B condotti da un team di ricercatori a Vancouver.
Ecco allora, sulla base di queste ricerche, qualche accorgimento che possiamo applicare alla call-to-action per migliorarne la performance:
- utilizzare la prima persona;
- utilizzare l’imperativo;
- aggiungere un benefit;
- inserire la CTA nella giusta posizione;
- utilizzare i colori giusti;
- utilizzare forme e dimensioni accattivanti.
Utilizzare la prima persona
Spesso cambiare un semplice “inizia la tua prova gratuita” con “inizia la mia prova gratuita” può fare la differenza. Il testo in prima persona fa sentire l’utente importante, rendendolo meglio disposto nei confronti dell’interlocutore.
Utilizzare l’imperativo
Il cervello umano è più propenso a compiere un’azione se questa viene data come unica opzione. E così “Vuoi iscriverti alla newsletter?” risulta molto meno efficace di un secco “Iscriviti alla newsletter!”
Aggiungere un benefit
Perché dovrei iscrivermi alla newsletter? Ottima domanda. Ecco allora che il bottone “Iscriviti alla newsletter e ricevi il tuo omaggio” risulta già più efficace.
Inserire la CTA nella giusta posizione
Spesso si crede che il bottone della call-to-action debba essere sempre visibile senza scroll. Non è del tutto infondato, poiché meno azioni l’utente deve compiere (compreso il movimento di scroll verso in basso), più sarà probabile che arrivi a destinazione. Non sempre però è così: la CTA dovrebbe essere inserita alla fine della descrizione, come logica conseguenza di quello che un utente ha appena letto.
Utilizzare i colori giusti
Ho già affrontato in precedenza il discorso sul colore, tuttavia se si parla di call-to-action e conversion rate non si può non considerare l’argomento. È infatti dimostrato che bottoni dai colori brillanti focalizzino l’attenzione dell’utente, invogliandolo a cliccare.
Utilizzare forme e dimensioni accattivanti
Benché la forma del bottone sia solitamente rettangolare, l’arrotondamento degli angoli può fare la differenza. Un bottone dai bordi squadrati, infatti, tende ad allontanare l’attenzione, mentre le forme dolci ed arrotondate focalizzano lo sguardo. Stesso discorso vale per piccole forme, come ad esempio frecce, che possono essere inserite nel pulsante per rafforzarne l’efficacia.
Vorresti migliorare il tasso di conversione del tuo sito? CONTATTACI SUBITO!
CERCA NEL SITO
ARTICOLI RECENTI
Riconoscere le notizie false: 5 marker della disinformazione online
BLOG /Nelle scorse due settimane abbiamo parlato dei vari tipi di fake news e di qual è il meccanismo che ne rende tanto saturo il web. Quello che vi proponiamo oggi sono alcuni consigli per riconoscere le notizie false. Non si tratta di una guida esaustiva o che...
Clickbaiting: gli interessi nascosti (o quasi) dietro le fake news
BLOG /La scorsa settimana abbiamo parlato di fake news, analizzando quali sono i tipi più diffusi nel web. Ma perché la rete è così satura di finte notizie e presunti studi scientifici? Il meccanismo che le alimenta è sicuramente il redditizio clickbaiting. Il ritorno...
Fake news: castronerie a confronto
BLOG /L'argomento delle fake news è molto complesso e richiederebbe un approfondimento a carattere antropologico molto più lungo di quello che possiamo fare su un post. È per questo motivo che abbiamo aspettato tanto prima di parlarne. Ancora oggi, infatti, qualche...
COMMENTI
0 commenti