Flat 2.0: il web design oggi (parte 3)

06 Ott 2017 | Serviz web, Siti web, User experience, Web, Web design

Le scorse settimane abbiamo raccontato una breve storia del web design (parte 1 e parte 2). Con il post di oggi concludiamo il racconto, arrivando ai giorni nostri, in cui si fa strada una nuova tendenza: il flat 2.0.

Più che di material design oggi si parla di flat 2.0

Dalla battaglia al flat 2.0: l’età contemporanea

La battaglia fra scheumorfismo e flat design, protagonista del 2013, ha appassionato talmente tanto i designers da spingerli a creare veri e propri capolavori. È il caso di Flat Design vs Realism, eletto sito del giorno da Awwwards nel febbraio 2014 e purtroppo non più online.

Da questa battaglia, tuttavia, venne fuori qualcosa di molto positivo. La lotta si risolse in una ricerca della sintesi, che portò a far nascere il material design.

Google e il material design

Alla fine dalla battaglia stilistica fra i due colossi Apple e Windows, si affacciò sul mondo del web un nuovo stile grafico made in Google. Era infatti il 2013 quando Matthew Moore, designer e blogger, definì la nuova tendenza che stava per affermarsi “quasi flat design”. Ed effettivamente non c’è descrizione migliore per il material. Questo infatti fu lo stile grafico adottato da Google, che ne pubblicò addirittura un manifesto, e che si è definitivamente affermato nel 2015.

Il material design ha saputo mutuare i colori brillanti e le forme essenziali dal flat fondendoli con delle piccole ombre ereditate dallo scheumorfismo. Questa tendenza si basa sostanzialmente su quattro principi:

  1. seppur le superfici sono piatte, hanno un loro spessore che le porta a disporsi gerarchicamente una sull’altra;
  2. le microinterazioni generano animazioni di breve durata che servono a sottolineare l’azione dell’utente;
  3. il material design è responsive;
  4. i testi svolgono un ruolo importante, e vanno dedicati loro i giusti spazi.

Flat design 2.0

Quello che ha spinto i designers a creare un nuovo stile grafico è stata essenzialmente la scarsa usability del flat puro. Bello sì, minimal certamente, ma decisamente poco intuitivo. Gli utenti infatti si sono trovati ad interagire con interfacce cosparse di box colorati.

La fortuna del material, dunque, è sorta proprio da un problema del flat design. Problema a cui il material ha saputo dare risposta in modo brillante. In questo senso si parla di evoluzione più che di rivoluzione. Ed è proprio per sottolineare tale principio che si sta adottando, negli ultimi anni, il termine Flat 2.0.

La storia continua…

Cosa succederà negli anni a venire? Per ora non lo sappiamo, ma di certo continueremo a raccontarvi cosa succede. Non vuoi perderti i prossimi sviluppi? E allora continua a seguire questo blog e REGISTRATI ALLA NEWSLETTER.

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