Aggiornare i contenuti di un sito web? Detto fatto, ma con un CMS!
Come fare per aggiornare i contenuti?
Prima di rispondere a questa domanda è bene fare una distinzione. I siti web possono essere suddivisi essenzialmente in due macroaree, in base al modo con cui è possibile aggiornare i contenuti:
- siti web statici;
- siti web dinamici.
Siti web statici
Con questo termine si intendono i siti in cui, per effettuare un aggiornamento dei contenuti, è necessario l’intervento di uno sviluppatore. In questo caso, ciascuna pagina viene creata singolarmente utilizzando il linguaggio HTML (Hyper Text Markup Language). Per poter effettuare un aggiornamento, quindi, bisogna riaprire il file che contiene la pagina in cui si vuol fare la modifica, modificarne il codice e salvare nuovamente il file.
Siti web dinamici
Ciò che contraddistingue i siti web dinamici è l’interazione con il database. Questo genere di sito è composto essenzialmente da due parti: contenitore e contenuto. Il contenitore è una struttura “fissa”, scritta in codice, che comprende la grafica, i principali link ed in generale tutti quei contenuti che non cambiano nel tempo. Il contenuto, invece, è generalmente la parte di testo ed immagini soggetta all’aggiornamento ed ospitata appunto nel database. La parte di contenuto può essere aggiornata indipendentemente dal contenitore, e sarà poi il browser (ovvero il software per navigare in Internet) a prenderla dal database ed inserirla nel suo contenitore. Va da sé che in questo caso l’aggiornamento dei contenuti viene sensibilmente semplificato.
Aggiornare i contenuti con i CMS
Abbiamo detto che nei siti web dinamici i contenuti vengono scritti in un database. A questo punto la domanda sorge spontanea: per poter aggiornare un sito dinamico devo saper scrivere un database? La risposta è no.
In tal senso ci viene in aiuto ciò che è comunemente indicato con l’acronimo CMS: un “Content Management, System” (Sistema di gestione del contenuto). Si tratta di una piattaforma che permette ai non addetti ai lavori di aggiornare i contenuti. I CMS hanno un funzionamento molto semplice: inserendo nome utente e password si ha accesso ad un’area di gestione. Dal suo interno è possibile gestire le pagine, gli articoli, le eventuali schede prodotto e tutte quelle parti che sono state progettate per essere facilmente modificate.
Esistono CMS generici, che permettono cioè di gestire semplicemente testo ed immagini, e CMS più specifici. Tra quelli più specifici troviamo ad esempio delle piattaforme progettate per gestire i blog, le community, i portali, gli e-commerce… eccetera. I CMS inoltre si dividono in open-source, ovvero messi a disposizione nella rete per l’utilizzo gratuito da parte di tutti, e proprietari. Gli ultimi utilizzano linguaggi di sviluppo che le case produttrici non lasciano a disposizione di chiunque, ma di cui cedono la licenza sotto compenso.
Di seguito, un elenco dei CMS open-source più utilizzati:
- WordPress – nato come piattaforma di blogging, ad oggi è uno dei più usati open-source e grazie alla sua semplicità e ad un incredibile numero di plugin è adatto a siti di qualsiasi tipo, dai siti istituzionali agli e-commerce;
- Joomla – chi utilizza questo CMS lo apprezza per le svariate potenzialità di pesonalizzazione, che permettono di chiudere un occhio rispetto al suo essere tendenzialmente macchinoso;
- Drupal – l’attacco informatico del 30 maggio 2013, che lo ha fatto sprofondare fra i software “deboli” non è riuscito a sconfortare gli affezionati che lo amano per la possibilità di configurare le impostazioni praticamente all’infinito;
- PrestaShop – specifico per i siti di e-commerce, permette di gestire prodotti, transazioni e metodi di pagamento e personalizzare grafica e funzionalità attraverso un sistema di moduli;
- Magento – utile per la creazione di e-commerce e marketplace, è progettato per inserire schede di prodotto e gestire le vendite, e come il suo più anziano concorrente permette di configurare aspetto grafico e funzionalità.
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