Scheumorfismo vs flat design: come si è evoluto il web design (parte 2)
La scorsa settimana abbiamo iniziato a raccontare una breve storia di come il web design si è evoluto nel tempo. Oggi proseguiamo con il racconto, che sfocia nell’era moderna. Ecco che una volta consolidatesi (o quasi) le due grandi rivoluzioni, si passa a una vera e propria battaglia stilistica. La lotta scheumorfismo vs flat design anima le menti dei designer, guidandoli da un odio reciproco alla ricerca della sintesi.
Scheumorfismo vs flat design: la battaglia stilistica
È ormai passato qualche anno dalla nascita della lotta sheuomorfismo vs flat design, alla quale seguì l’avvento del material design. Da allora la user experience ha avuto notevoli mutamenti, complice anche (soprattutto?) la sempre più larga diffusione dei dispositivi mobili.
Ma cosa si intende esattamente con flat design, material design, e l’impronunciabile scheumorfismo?
C’era una volta lo scheumorfismo
Sembra una brutta parola ma è più facile spiegarla che pronunciarla. Il termine scheumorfismo deriva dal greco e significa “a forma di attrezzo”. Si riferisce alla tendenza di trattare gli elementi grafici come se fossero oggetti reali. Un esempio piuttosto abusato ma che rende bene il concetto è la classica calcolatrice dei vecchi iOS, in cui ombre e texture la fanno da padrona.
La prima grande diffusione dello scheumorfismo la si è vista dal 2008, con l’avvento del primo iPhone. La scelta, oltre che dall’indiscutibile gusto estetico del colosso californiano, fu dettata dalla necessità di facilitare gli utenti ad utilizzare un dispositivo completamente nuovo. Avere dei bottoni che ricordassero gli interruttori della vita reale, un bloc-notes che sembrasse un vero blocchetto di post-it, e tutta una serie di sottigliezze analoghe rendevano molto semplice a tutti l’utilizzo di un sistema fino ad allora sconosciuto. Tanto da arrivare a parlare di scheumorfismo sonoro, ad esempio nel suono della fotocamera digitale che ricorda quello dell’otturatore della fotocamera analogica.
Il passaggio dello shceumorfismo da un sistema chiuso come quello dell’iOS al web non si fece attendere. In pochi anni, infatti, la reta si popolò di siti web in cui questo trattamento grafico faceva mostra di sé in tutto il suo splendore.
Windows 8 e il flat design
Sebbene Windows 8 sia stato un sistema operativo disastroso, tanto da spingere la Microsoft a regalare il 9 a chi aveva acquistato l’8, dal punto di vista del design lo ricordiamo tutti con una certa gratitudine. Il merito principale è stato quello di rompere in maniera netta con tutta quella serie di ombre e texture tipiche dei design scheumorfici.
L’aspetto grafico del nuovo sistema operativo per PC era incentrato su una serie di box dai colori brillanti, in cui nulla più richiamava la vita reale. Ed ecco che, anche in questo caso, il passaggio alla rete avvenne in men che non si dica, facendo sorgere come funghi siti web dall’aspetto piatto (flat, appunto) e dal gusto estremamente moderno.
Nel giugno 2013, poi, con il rilascio di iOS7, fu proprio la Apple a decretare l’affermazione definitiva del flat design. Affermazione che, però, non fu subito così accettata nel web. Era infatti l’inizio dello scontro scheumorfismo vs flat.
La storia continua…
Come si è sviluppato il web design in epoca contemporanea? Per leggere l’ultima parte del racconto CLICCA SU QUEST’ARTICOLO.
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